Tag Archivio per: cristalli

Inutile che io vi spieghi il momento storico che stiamo attraversando: lo stiamo vivendo sulla nostra pelle e non è necessario aggiungere parole. Una cosa è certa, in molti siamo accomunati dallo stesso sentimento di paura che accompagna le nostre giornate, fortunatamente non tutto il tempo, ma ogni tanto può far capolino. Ognuno può avere una paura differente: di ammalarsi, di vedere un proprio caro ammalarsi, di dover aspettare troppo tempo prima di poter abbracciare una persona amata, di non poter abbracciare per l’ultima volta qualcuno che se ne sta andando, di non aver detto o fatto abbastanza, di aver sbagliato qualcosa, di non comprendere fino in fondo…. le paure arrivano dal profondo, riemergono dal passato ed è spesso difficile controllarle, benché siano più che legittime.

 

Non è un problema avere paura, anzi. La paura è un’emozione vitale, che ci aiuta a sopravvivere e a dare la giusta importanza agli avvenimenti. Quando, però, la paura ci sovrasta rischiamo di rimanere bloccati, intrappolati, incapaci di muoverci ed evolvere. Questa emozione è strettamente legata al primo chakra, nel quale risiede il diritto primordiale di sopravvivere. Quando il primo chakra è in disequilibrio e la paura sovrasta nella nostra vita potremo osservare diversi segnali, come ad esempio:

  • Dolori ossei, problemi ai denti, fastidio alle ginocchia etc;
  • Rigidità nella zona bassa del corpo, bacino, lombari;
  • Eccessiva preoccupazione economica che ci accompagna come primo pensiero al mattino;
  • Debolezza immotivata e perenne;
  • Incapacità di manifestare la propria personalità, i sentimenti e i pensieri;
  • Un forte abbassamento dell’autostima e dell’amor proprio;
  • Difficoltà ad alimentarsi correttamente.

La quotidianità è caratterizzata da un senso di incertezza col quale dobbiamo fare i conti ed imparare a restare radicati e saldi nonostante non ci è dato sapere quali saranno i volti, i numeri e le difficoltà del domani. 

 

Il primo consiglio è quello di restare attaccati al presente, ai bisogni primari nostri e delle persone amate: ascoltiamo le esigenze nostre ed altrui, cercando di soddisfarle nei limiti del possibile. Non possiamo uscire, ma prendiamoci cura di piante, fiori ed alberi. Se in casa non abbiamo nulla possiamo provare a piantare i semini della frutta che mangiamo e prenderci cura di loro giorno dopo giorno! Muoviamoci e proviamo ad incrementare gli esercizi che fortificano gambe e glutei. Inoltre, magari alla sera, prima di andare a nanna massaggiamo il nostre addome, l’inguine, perineo e glutei. 

 

Oltre a tutto ciò, come ben già sapete, anche i cristalli possono aiutarci. Il primo che può venirci in soccorso è il signore dei cristalli: il Diamante! 

Il Diamante

Il nome Diamante deriva dal greco “adamas”, invincibile. In parecchie culture antiche questo cristallo era associato all’immagine di Venere, colei che incarna rettitudine e virtù, allontanando gli influssi demoniaci. Nel Medioevo rappresentava forza, coraggio e invulnerabilità. Addirittura si credeva potesse avvisare chi lo indossasse dei pericoli che incombevano su di lui. 

 

Il Diamante è uno dei cristalli più puri e resistenti e ciò rispecchia le sue potenti abilità curative: aiuta a sviluppare una chiara visione della propria situazione esistenziale, preparando l’individuo che lo indossa ad affrontare le prove della vita. In particolare aiuta a superare la paura, la depressione ed il senso di vuoto, insegnando a dominare le crisi, idee e stati d’animo. Insomma, proprio quello che ci serve per assumere una visione cristallina della vita in questo momento e reagire oculatamente alle immense difficoltà che si presentano di fronte a noi! Possiamo indossarlo, anche come gioiello, ancor meglio se a contatto con la pelle. Se abbiamo la fortuna di avere un diamantino non incastonato possiamo deporlo al centro della nostra fronte durante brevi meditazioni.

La Rodonite

Se, invece, non abbiamo un diamante da poter indossare, anche la Rodonite, di cui abbiamo già parlato la volta scorsa, può venirci in soccorso. Essa, infatti, è considerata la pietra per eccellenza nelle situazioni di emergenza: ci aiuta a controllare le reazioni personali nelle situazioni di pericolo o crisi, a superare shock, paure, traumi e gli stati confusionali da essi generati. Possiamo tenerla a contatto con la pelle a lungo, magari come ciondolo al collo o nel reggiseno, lasciando che faccia effetto durante tutto l’arco della giornata.

L’Ossidiana

Infine, mi sento di consigliarvi anche l’Ossidiana: pietra antica e potente, conosciuta già dall’età della pietra, è da sempre associata a guerrieri e guarigioni spirituali. Anche l’Ossidiana è un potente aiutante per superare paura, shock e blocchi emotivi. E’ consigliabile utilizzarla durante le nostre meditazioni, tenendola in mano o appoggiata a terra vicino a noi. Quando avremo finito purifichiamola e cerchiamo non tenerla indosso tutto il tempo, perché rischierebbe di schermarci anche dalle energie positive che tanto necessitiamo in questo momento. Possiamo, però, appoggiarla in bella vista in casa, in quanto è in grado di purificare il nostro ambiente eliminando le energie negative, cosa non da poco!

 

Ultimo, ma non per importanza, ricordiamoci l’immensa importanza della condivisione: non siamo soli, mai. Prendiamo in mano il telefono e chiamiamo le persone che si stanno a cuore, non sono importanti le parole, ma è vitale far sapere che ci siamo, che pensiamo all’altro e, perchè no, che anche noi abbiamo paura. Insieme è più facile!

 

Silvia Lorenzini – detta Sisa. Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, insegnante yoga e incurabile appassionata di tutto ciò che mi fa vibrare il corazón!
Vuoi chiedermi qualcosa, collaborare con me o acquistare le mie creazioni? Ecco come metterti in contatto con me:

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Quando subiamo un grande dolore generalmente è perché abbiamo perso qualcosa: la fiducia in una persona a noi cara, una certezza che era alla base delle nostre credenze quotidiane, un legame affettivo od un’amicizia, una persona vicina che è uscita dalla nostra vita, un animale domestico e qualsiasi cosa o legame che rappresentava per noi un mattoncino fondamentale nella nostra esistenza. 

Un grande dolore corrisponde ad un lutto da elaborare: qualcosa è stato perso, o si è allontanato, e noi dobbiamo ricominciare senza quel pezzo che fino ad oggi ci caratterizzava: è importante recuperare quella parte di noi che era strettamente connessa a ciò che abbiamo perso, in quanto possiamo tollerare la perdita di un oggetto d’amore, ma non possiamo perdere dei pezzi vitali di noi stessi.

Come farlo?
Cercando di non identificarsi con l’oggetto perduto, bensì lavorare quanto più possibile sul riconoscere la propria identità, autonoma e funzionante.

Prima o poi ognuno di noi è invitato a farci i conti, all’inizio ci sentiamo persi e ci sembra impossibile continuare e trovare le forze, tornare ad amare o avere fiducia. Importante è non negare l’emozione, ma restarci in contatto, percepirla e lasciare che si esprima, coi suoi tempi e le sue modalità, diverse per ognuno di noi.

Ritengo importante sfatare il mito per il quale ci siano delle tappe fondamentali e imprescindibili per affrontare il dolore, ma al contrario credo non vi sia nulla standardizzabile: la cosa più importante nei momenti di grande sofferenza è non lasciarci influenzare da quello che “dovremmo sentire” o “dovremmo fare”, bensì ascoltarci e fare quello che sentiamo possa farci star bene, anche se è diverso da quello che ha fatto la nostra cara amica “che ci è già passata e ci assicura che ci farà star meglio”, “fidati di me!”.. Piuttosto fidiamoci di noi stessi! Questo non vuol dire isolarci, perché spesso il supporto e la vicinanza delle persone care è di grande aiuto nei momenti di transizione e rinascita.

Anche i nostri amici cristalli possono venirci in aiuto con le loro energie sanatorie e riequilibranti. Il consiglio è quello di indossare e portare la pietra con noi durante le varie fasi di guarigione. I tempi variano e, se riusciremo a stare in ascolto, ci verrà facile comprendere quando siamo pronti per lo step successivo. 

Photo credit: géry60 on Visual hunt / CC BY-ND

A livello temporale, dopo una grave perdita, la RODONITE è il primo cristallo che ci può essere d’aiuto. Anche conosciuto come “cristallo rescue”, “pietra del pronto soccorso” o “pietra della riappacificazione”: in caso di traumi o shock aiuta a superare lo stato confusionale e donare sostegno morale. Inoltre la Rodonite ci aiuta a superare le ferite, donandoci la forza per andare oltre i torti subiti, liberando l’animo da rabbia e dolore. Non da meno, questo cristallo ci sostiene nel mantenere il controllo nelle situazioni di pericolo o crisi, mostrandoci come la vendetta non sia la soluzione a prevaricazioni o aggressioni.  

Quando sentiremo di aver superato la frustrazione, la forte rabbia, la delusione, riuscendo ad osservare la situazione di perdita realmente per quello che è stato, il suggerimento è quello di passare alla MALACHITE. Essa ci porta in contatto con le nostre reali emozioni, rimuovendo le inibizioni e favorendo l’espressione delle proprie emozioni. Questa pietra ci induce la capacità di osservare più attentamente, anche mettendoci nei panni degli altri per meglio comprenderne pensieri e sentimenti.  Inoltre, cosa non da poco, stimola il gusto per l’estetica e la ricerca del bello. E’ buona alleata anche per lo spirito dell’amicizia e della giustizia, ottimi compagni nel processo di guarigione.

A  questo punto, quando iniziamo nuovamente ad accorgerci che il mondo intorno a noi è bello, che ci sono persone meritevoli del nostro affetto e cause per cui vale la pena continuare a vivere ed investire energie, è il momento per indossare la RODOCROSITE: con lei l’ottimismo entrerà nella nostra vita dalla porta principale, portando con sé amore incondizionato per ogni cosa. E’ bene ricordare che prima di poter amare qualcun altro il primo passo sarebbe amare la vita, i piccoli doni della quotidianità, ma soprattutto amare noi stessi. Per questo la rodocrosite è un buon aiutante, perchè ci induce quelle energie per godere appieno della vita rendendoci attivi, spontanei e dinamici. Rasserena l’animo, rende fluida l’espressione dei propri sentimenti, stimola nuove idee e facilita il lavoro.

Il processo di rinascita è al pieno, siamo persone nuove che abbiamo avuto il coraggio di affrontare il dolore, sanarlo per poi volgere nuovamente lo sguardo a ciò che c’è di bello nella vita. 

Ed è a questo punto che, se lo si desidera, ci si può affacciare ad un nuovo amore, completo, con il valido supporto del QUARZO ROSA. Da secoli considerato la pietra della fertilità, esso è in assoluto la pietra che rafforza la capacità di amare, se stessi e gli altri. Dona elasticità mentale, generosità, apertura, positività e capacità di identificarsi con gli altri: tutte caratteristiche fondamentali per poter stare in sintonia con chi ci circonda.

Importantissimo, lasciare da parte il giudizio e se sentite che il dolore è troppo forte ricordatevi le parole di una mia carissima amica psichiatra che ci tiene a dirvi “di ricordarsi che non siamo soli e che in alcuni momenti occorre chiedere aiuto, occorre farsi accompagnare per un piccolo pezzo di strada per poi poter tornare a camminare da soli. Piangere, soffrire, provare rabbia, non sentire più nulla, non sono sinonimi di follia. Ricordiamoci che siamo una rete, un sistema che può funzionare solo se ci tendiamo la mano. Non sempre si può superare tutto da soli. Rivolgersi ad un professionista della salute mentale con cui parlare e trovare insieme la soluzione per uscire dal buio è una possibilità da considerare nei momenti in cui la vita sembra aver perso i suoi colori.”

Non abbiate fretta, donatevi tutto il tempo necessario e godetevi la vostra guarigione, ve lo meritate fino nel profondo! 

 

Silvia Lorenzini – detta Sisa. Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, insegnante yoga e incurabile appassionata di tutto ciò che mi fa vibrare il corazón!
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Avete mai pensato di inserire i cristalli nella vostra meditazione?

Ormai abbiamo compreso come i cristalli possano essere dei veri e propri aiutanti nel nostro processo di crescita e guarigione, allora perché non inserirle anche nel cammino meditativo?

Scopriamo insieme come!

Possiamo avvalerci dei cristalli durante la meditazione con differenti obiettivi:

  1. entrare in profonda sintonia con la pietra, scoprire quali effetti provoca sulla nostra mente e sul nostro corpo, imparare a fermare la razionalità per aprire le nostre percezioni;
  2. lasciare che la pietra ci aiuti durante una meditazione mirata sui vari chakra.
  3. ricercare uno stato di benessere profondo attraverso il cerchio dei cristalli.

Entrare il relazione con le nostre pietre attraverso la meditazione

Possiamo andare nel nostro negozio di fiducia ed acquistare liberamente una pietra, quella che il nostro istinto sente di aver voglia di portare con sè. 

Una volta a casa, ricordatevi sempre di purificare i vostri cristalli, liberandoli dalle vecchie energie accumulate. Quando la nostra pietra sarà pulita e limpida potremo approcciarci alla pratica della meditazione. 

Fondamentale ritagliarci del tempo solo per noi, liberi da distrazioni e fastidi, teniamo lontano il cellulare e, se possibile, ogni fonte elettromagnetica. Troviamo un angolo di mondo in cui ci sentiamo comodi, al sicuro, sereni. Prendiamo tutto ciò che ci aiuta per creare l’atmosfera serena e quanto più comoda possibile. Troviamo una posizione seduta confortevole e appoggiamo la pietra sul palmo della mano destra, chiudiamo gli occhi e accogliamo senza giudizio ogni sensazione, fisica o mentale che sia. Ripetiamo con la pietra appoggiata sul palmo della mano sinistra.

Può esserci d’aiuto annotare a posteriori tutto ciò che abbiamo percepito, creando un vero e proprio manuale personale dei nostri cristalli preferiti! 

Possiamo dedicare qualche giorno ad ogni pietra, per poi cambiare e ritornare alla pietra con cui abbiamo iniziato il lavoro a distanza di tempo. Scopriremo quanto lavorare su noi stessi crei dei cambiamenti profondi che i cristalli sono in grado di farci osservare. 

Se abbiamo un amico o qualcuno di fidato, può essere interessantissimo fare lo stesso lavoro per poi confrontarsi e scoprire quali effetti sono comuni e quali ci caratterizzano personalmente.

Meditazione sui chakra

Come ben già sappiamo, ogni cristallo emana le sue vibrazioni; i chakra sono centri energetici del nostro corpo, sette dei quali sono i principali e li troviamo posizionati lungo la nostra colonna vertebrale, dalla sua base, tra coccige ed ano, fino all’apice della testa. Viene spontaneo immaginare come posizionando un cristallo in prossimità di un chakra, essi vadano a scambiarsi energie vibratorie. 

Per questo, per ogni chakra avremo dei cristalli più indicati di altri per poter andare ad equilibrare l’energia del chakra, la quale può essere carente, in eccesso, oppure bloccata. E’ bene ricordare che la situazione dei nostri chakra non è fissa, bensì mutevole, sia durante le ore della giornata, sia nei vari periodi della nostra vita: specifici

 eventi o situazioni possono influenzare l’energia del singolo chakra. 

Vi è una regola base, facile da ricordare, per poter aiutare i nostri chakra ad armonizzarsi con l’aiuto dei cristalli: mai posizionare pietre nere, rosse, arancioni e grigie dal cuore in sù. Altra scorciatoia facile, se sappiamo i colori dei chakra sarà facile abbinare le pietre delle stesso colore.

Ricordando che non tutte le pietre hanno lo stesso effetto in ognuno di noi, quindi è sempre bene restare in ascolto e cambiare pietra se questa ci genera del fastidio, qui di seguito vi riporto generalmente quali pietre sono in sintonia con gli specifici chakra.

  1. Muladhara: diaspro, tormalina, ematite, rubino, granato rosso, legno silicizzato, agata;
  2. Svadhisthana: opale di fuoco, crisocolla, corniola, granato;
  3. Manipura: quarzo citrino, rodonite, occhio di tigre, topazio imperiale;
  4. Anahata: tormalina bicolore, quarzo rosa, quarzo avventurina, smeraldo, unakite, amazzonite, malachite;
  5. Vishuddha: calcedonio, crisocolla, azzurrite, acquamarina, topazio blu, sodalite;
  6. Ajna: tormalina viola, lapislazzuli, ametista, corindone viola;
  7. Sahasrara: selenite, quarzo ialino, pietra di luna, labradorite, diamante.

Per effettuare questa meditazione il consiglio è di sdraiarsi e posizionare la pietra a ridosso del chakra. Per un lavoro più completo sarebbe bene lavorare su tutti i chakra, partendo dal basso e risalendo fino al settimo, magari dedicando qualche giorno per ognuno di loro. Per un’armonizzazione completa si possono posizionare insieme tutte le pietre lungo i nostri chakra. 

In entrambi i casi il consiglio è quello di rimanere almeno 30 minuti in contemplazione, durante i quali possiamo associare visualizzazioni relative il singola chakra sul quale stiamo lavorando energeticamente.

Il cerchio delle pietre

Un altro tipo di meditazione potente che possiamo fare con l’utilizzo dei cristalli è il cerchio delle pietre.  L’obiettivo è quello di ritrovare uno stato di benessere profondo, rigenerando e pulendo le nostre energie lasciandoci aiutare dalle vibrazioni sanatrici dei cristalli.

Questa volta ci conviene trovare uno spazio ampio, di nuovo sereno e libero da ogni influsso per noi negativo o disturbante.

Stendiamo a terra un telo, una coperta od un tappeto sul quale ci stiamo completamente sdraiati e iniziamo a disporre le nostre pietre a cerchio, partendo dai quattro punti cardinali:

  • NORD: luogo di conoscenza e saggezza, vi posizioniamo una pietra bianca;
  • SUD: luogo del passato e dell’innocenza, vi poniamo una pietra rossa;
  • EST: luogo della lungimiranza e della chiarezza, vi posizioniamo una pietra gialla;
  • OVEST: luogo dell’introspezione, vi poniamo una pietra nera;
  • CENTRO: luogo della quiete, con una pietra verde.

Durante la prima parte della meditazione, quella più attiva ed intenzionale, il consiglio è quello di stare seduti, con le spalle rivolte verso il punto cardinale sul quale ci accingiamo a meditare. 

Partendo il viaggio meditativo possiamo portare le nostre attenzioni verso la pietra posizionata al SUD, lasciando ci guidi nella scoperta di tutti quegli aspetti del passato che ci ancorano a vecchie credenze, per poi lasciarli andare, liberandoci da attaccamenti e dipendenze che non giovano al nostro presente.

Più leggeri, portiamo la nostra attenzione verso OVEST, ove la pietre nera ci indicherà la via verso il cambiamento, verso nuovi inizi. Ogni trasformazione rappresenta una morte ed una nuova rinascita, superando la paura della morte poco a poco si apre dinnanzi a noi la strada verso il nostro reale Sè.

Ad EST risiede il nostro spirito. Portando la nostra attenzione alla nostra pietra gialla ci apriamo a ricevere nuove rivelazioni, vedendo la vita in una prospettiva più ampia attraverso amore e fiducia.

Passando a NORD entriamo in contatto con la saggezza e la conoscenza, qui possiamo lasciare che la pietra cristallina ci sia d’alleata per confluire tutte le energie verso quel nuovo Sè che abbiano iniziato ad intravedere e desideriamo poco a poco si formi. 

Infine, ci fermiamo al CENTRO, ove la meditazione si sposta verso le azioni e la concretizzazione di tutto ciò che è giunto a noi durante la pratica meditativa. Immagini, sensazioni e percezioni si sedimentano e si dimensionano, mostrandoci il sentiero da percorrere nella vita reale.

Il consiglio, qui, è di prendere ancora qualche istante. Sdraiarsi al centro delle pietre e passare alla parte meditativa passiva, ove lasciamo che tutto ciò che è emerso nella prima parte della meditazione possa sedimentare in noi fino nel profondo del nostro inconscio. 

 

Silvia Lorenzini – detta Sisa. Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, insegnante yoga e incurabile appassionata di tutto ciò che mi fa vibrare il corazón!
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Ogni pietra possiede un’energia propria che diffonde nell’ambiente attraverso le sue vibrazioni, in un raggio di circa 1,5 mt, interscambiandole con quelle che riceve dall’esterno. Allo stesso modo, quando noi indossiamo una pietra stiamo ottenendo la sua energia curatrice ed in cambio le stiamo dando la nostra energia, ogni giorno carica di tensioni o squilibri.

I cristalli, quindi, sono come una spugna che assorbe le energie vibrazionali, donando in cambio le proprie. 

Detto questo risulta molto facile comprendere come mai sia fondamentale ripulire le nostre pietre: va da sè che una pietra satura di tutte le energie non sarà in grado di poterci donare i suoi preziosi effetti benefici. 

Come fare, quindi, a mantenere i nostri cristalli puliti e con un’alta carica energetica?

Sole

Esporre le nostre pietre al sole può essere un modo semplice ed efficace per purificarle e ricaricarle, grazie all’alta carica energetica che possiedono i raggi solari. E’ consigliabile esporre le pietre al primo sole mattutino e all’ultimo della sera, per evitare che i raggi più potenti delle ore centrali rovinino le pietre, ad esempio l’ametista tende a sbiadire se esposta alla luce diretta del sole per lungo tempo. Un’alternativa potrebbe essere quella di coprire le pietre con un sottile panno bianco di fibre naturali, in grado di filtrare un poco la potenza dei raggi.

Vi sono alcuni cristalli che più amano di altri l’energia solare, come ad esempio il granato rosso, il cristallo ialino e quello citrino. 

Luna

Anche esporre le nostre pietre ai raggi della luna può essere un valido metodo per la loro purificazione, soprattutto per quei cristalli che hanno un effetto rinfrescante come l’ametista, la malachite e l’adularia. 

Preferibili i giorni di luna piena, durante i quali l’energia è più potente.

Acqua corrente

Lasciare le pietre in acqua corrente rappresenta uno dei metodi più antichi e migliori per purificarle. Ancor meglio se abbiamo la possibilità di recarci in natura, in un fiume in montagna, un lago poco turistico, una fonte spontanea, per donare i nostri cristalli all’effetto di Madre Natura. Basterà un sacchettino in cui lasciarle e trovare un luogo sicuro, la natura farà il resto donando alle pietre una carica frizzante e pura.

Acque terapeutiche

Esistono delle acque dai poteri curativi, dati dai luoghi in cui provengono o dalla carica che le è stata data, con le quali possiamo pulire i nostri cristalli anche con poche gocce. 

Acqua e sale

Immergere le pietre in acqua e sale grosso non raffinato è un altro metodo largamente diffuso, in quanto il sale è in grado di assorbire le tossine. Occorre però prudenza, perché alcune pietre non tollerano il sale! Possono essere considerati amici del sale i quarzi, mentre il sale non va assolutamente d’accordo con opale, malachite, calcite, calcedonio, cianite, ematite, azzurrite, crisocolla, pirite, ecc.. 

Per ovviare questo inconveniente si può immettere la pietra in un contenitore di vetro che a sua volta possiamo immergere nel contenitore col sale: in questo modo possiamo proteggere il cristallo dal contatto diretto con l’effetto del sale. 

Fumigazione

Passare i nostri cristalli sopra il fumo di un incenso, uno smudge, del palo santo o della salvia bianca è un metodo efficace e valido per ogni tipo di pietra. Lascio a voi lo stupore nel vedere come il vostro cristallo cambierà di colore in breve tempo! 

Consiglio: cercate che sia semplicemente il fumo a entrare in contatto con la pietra, ma non il fuoco, in quanto esso ha un effetto disgregante.

Campana Tibetana

Anche le vibrazioni di una campana tibetana possono andar bene per qualsiasi tipo di pietra. Basta appoggiarla al suo interno e suonare la campana, per poi lasciare alle vibrazioni il resto del lavoro. Se si vogliono mettere più pietre insieme, magari appoggiarle su un piccolo panno può evitare che si rovinino picchiandosi una contro l’altra.

Radici di un albero

Nuovamente il potere di Madre Natura ci viene incontro per riequilibrare il potere delle nostre pietre. Se abbiamo un albero che particolarmente amiamo, possiamo donargli i nostri cristalli per lasciare che a contatto con la natura ritrovino il loro equilibrio. E’ sconsigliato seppellirle, in quanto gli acidi del terreno possono intaccare la struttura mineraria della pietra. 

Drusa

Un metodo efficace, sicuro e comodo è, infine, quello di appoggiare il nostro cristallo su una drusa di ametista. Questo tipo di drusa emette una forte corrente energetica, grazie alla presenza di ferro e quarzo che vanno a cancellare tutte le informazioni che contiene la pietra con la quale entra in contatto. 

Oltre ai più diffusi, pulire e ricaricare i nostri cristalli può essere fatto tramite metodi a noi conosciuti che vadano a riequilibrare le energie, come ad esempio il Reiki, i fiori di Bach o qualsiasi altra terapia vibrazionale che sappiamo condurre.

E’ importante che quando ci impegniamo nella pulizia dei nostri cristalli ci poniamo in totale servizio, liberando la nostra mente da pensieri ed energie che possano influire sulle nostre energie e, di conseguenza, nel processo di pulizia.

Ritagliamoci, quindi, un momento tutto nostro, senza fretta, nel quale poterci donare ai nostri cristalli con rispetto, in un rituale che sicuramente non farà bene solo alle nostre pietre, ma anche a noi stessi!

Una volta pulite è consigliabile tenere le nostre pietre in un ambiente protetto in una ciotola o scatolina di legno, vetro o ceramica, evitando di scegliere un contenitore metallico. Se ne abbiamo la possibilità, una meravigliosa drusa potrà essere l’appoggio ideale per le nostre meravigliose pietre.

 

Silvia Lorenzini – detta Sisa. Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, insegnante yoga e incurabile appassionata di tutto ciò che mi fa vibrare il corazón!
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“Quando viaggi verso un luogo lontano, lungo la strada superi molte pietre miliari. Anche se esse non fossero là, tu raggiungeresti ugualmente la tua destinazione. Ma le pietre miliari ti danno una conferma e ti mostrano che stai andando nella direzione giusta. Quando fai japa le perle sono le pietre miliari e la mala è la strada. Strada e pietre sono essenziali per assicurare che tu raggiunga la tua destinazione psichica. Le perle mantengono attiva la consapevolezza e mantengono il sistema psichico sotto controllo.”  

Swami Sivananda Saraswati

 

Il Japamala è una ghirlanda composta da 108 pietre o grani, chiusa da un grano più grande, detto Meru o Sumeru. Il loro nome deriva dal sanscrito, ove Japa significa ‘’mormorare’’ e Mala “ghirlanda”: ‘’la ghirlanda usata per sussurrare preghiere’’.

La loro origine è antichissima, tanto che i Japamala sono presenti nelle religioni buddista ed indù che risalgono a circa 6000 anni di storia, mentre la recitazione del mantra arriva sin dalla tradizione vedica precedente a Buddha. 

Anche la parola mantra deriva dal sanscrito e si compone di man, che significa “mente, pensiero, atto del pensare, intelletto, respiro, anima vivente” e la sillaba tra, che significa “che libera, che compie, che agisce, che protegge”. Il mantra rappresenta quindi una formula che libera la mente, uno strumento che libera il pensiero.

A livello pratico i mantra sono rappresentati da una serie di parole che pronunciate ripetutamente, correttamente e con la giusta intenzione mentale, hanno il potere di donare un beneficio alla nostra mente ed alla nostra vita.

A livello pratico il parallelismo con la cultura cristiana è presto fatto: la recitazione del rosario. In uno studio pubblicato il 22 Dicembre 2001 sul British Medical Journal (condotto da Luciano Bernardi, professore associato di medicina interna dell’Università di Pavia, i colleghi del John Radcliffe Hospital di Oxford e dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze) è stato dimostrato che gli effetti della recitazione dei mantra durante la meditazione e dell’Ave Maria durante il rosario si equiparano: si riduce e si regolarizza il ritmo del respiro fino a sei cicli al minuto, inducendo un effetto benefico anche sulla frequenza cardiaca. Addirittura gli scienziati coinvolti in questo studio ipotizzano che la nascita e l’utilizzo dei mantra e delle preghiere non abbia avuto solo uno scopo spirituale, bensì siano stati introdotti nella quotidianità come validi esercizi per rallentare la respirazione, aumentare la concentrazione, sincronizzare i ritmi dell’organismo e indurre uno stato di calma e di benessere generale.

Secondo la tradizione il Japamala si indossa al collo e/o al polso sinistro. Nella meditazione si usa nella mano destra passando i grani tra il pollice e il dito medio mentre si recita o sussurra il mantra prescelto per la propria meditazione. Non si dovrebbe utilizzare il dito indice, simbolo dell’ego, né il mignolo, simbolo di inerzia e pigrizia.

Con la mano destra si muove il Japamala in senso orario e quando si raggiunge il Meru se si vuole continuare a recitare si parte nuovamente con l’ultima pietra, la 108, e si torna indietro in senso antiorario.Il Meru non andrebbe mai oltrepassato e quando sgranando lo raggiungiamo, la mente è invitata a ritornare alla sua piena presenza ed alla completa consapevolezza. Ad ogni singola ripetizione l’azione delle dita che scorrono i grani aiuta a non perdersi nell’inconsapevolezza, nell’automatismo, ed il Japamala diviene così uno strumento prezioso per la mente.

Il significato del numero 108

Non è un caso che i Japamala siano composti da 108 perle, tanto che tale numero è considerato sacro in svariate religioni, tra cui l’Induismo, il Buddhismo, il Sikhismo ed il Giainismo.

Se analizziamo il numero 108 a livello simbolico, scomponendo le cifre scopriamo che l’1, detto bindu, è il punto dal quale inizia la creazione e si sviluppa la molteplicità; lo 0, ossia sunyata, è il vuoto, la vacuità quello stato da raggiungere se ci si vuole liberare dal Samsara (ciclo perenne del divenire); mentre l’ 8, ananta, è l’infinito, il senza fine.

Ma non solo, il numero 108 compare nelle varie tradizioni innumerevoli volte:

  • Secondo i Veda, quando l’universo fu creato, il Creatore stabilì 108 divinità per gestirlo. In seguito, nella mitologia, gli dei e le dee avevano tutti 108 nomi. Ripetere questi nomi, mentre si sgranano i 108 grani del rosario, è un rito cerimoniale sacro (namajapa);
  • Il Rig-Veda ha 10.800 versetti.
  • Nello Śrīmad Bhāgavatam, Krishna è descritto mentre balla con 108 Gopi (pastorelle) nella città di Vrindavana, per poi sposare 16.108 mogli nella città di Dvaraka.
  • Nello Śivaismo, Shiva Nataraja è raffigurato mentre esegue la sua danza cosmica in 108 karana (pose).
  • È il numero dei peccati nel Buddhismo tibetano e di bugie che gli uomini possono dire.
  • I libri sacri tibetani del Khagiur sono 108 volumi.
  • È il numero delle stelle considerate sacre nell’astrologia cinese: 36 stelle benefiche e 72 stelle malefiche, il bene e il male in diverse forme.
  • In Giappone, alla fine dell’anno, una campana è suonata 108 volte per salutare il nuovo anno. Ciascun rintocco rappresenta una delle 108 tentazioni materiali cui una persona deve resistere per raggiungere il Nirvana, allo stesso modo del Buddha.
  • È il numero dell’al-Kawthar, il più corto tra i Sura del Corano.
  • Ci sono 108 linee di energia, o nadi, che convergono a formare che formano il chakra del cuore.
  • 108 è un numero “Harshad”, significa che è un numero divisibile per le sue cifre. Harshad significa “grande gioia” in sanscrito.
  • Il diametro del Sole è 108 volte il diametro della Terra.
  • La distanza tra il Sole e la Terra è 108 volte il diametro del Sole.
  • La distanza media della Luna dalla Terra è 108 volte il diametro della Luna.
  • In astrologia, l’argento metallico si dice che rappresenti la luna. Il peso atomico dell’argento è 108.
  • Il numero 108 simboleggia l’unione di Siva e Shakti: la Creazione del Mondo.

Come se non bastasse lo ritroviamo anche nella mitologia greca, dove erano 108 i pretendenti di Penelope mentre attendeva il ritorno di Ulisse, nell’Odissea di Omero. 

Benché l’elenco sia lungo, e potrebbe proseguire, qual’è il senso pratico di ripetere un mantra 108 volte? Portare nella nostra pratica il numero 108 aiuta a riconnetterci con la natura ed il cosmo, riequilibrando le energie e lasciando entrare un senso di pace, armonia e serenità dato dalla potenza delle ritualità che hanno radici antichissime. 

I materiali

Possiamo trovare in vendita i Japamala realizzati nei più svariati materiali. Tra i più frequenti troviamo semi, osso, legno e pietre dure. 

Quest’ultime ricoprono per me un posto d’onore, in quanto unire la potenza meditativa del Japamala alle vibrazioni dei cristalli fa si che possiamo beneficiare di due effetti in uno: non solo avremo a nostro favore il risultato della meditazione, ma anche quando non staremo meditando le pietre proseguiranno il loro lavoro, lasciando che le loro vibrazioni si equilibrino alle nostre. 

Indossando Japamala realizzati con le pietre potremo andare ad intensificare la potenza del messaggio che andiamo a ricercare con la nostra meditazione. 

Le pietre hanno un potente effetto curativo, in grado di arrivare nel profondo di noi stessi e lavorare sulle nostre vibrazioni sottili. Ancor di più, quando noi utilizziamo queste pietre durante la meditazione le stiamo caricando di energia, di intenzioni e di buoni intenti: questo renderà il nostro Japamala un oggetto di grande valore, oltre ad essere il nostro fedele compagno lungo la strada del benessere. 

Come scegliere il proprio Japamala

Consiglio sempre che sia l’istinto a guidarci nella scelta del nostro Japamala: diventando un vero e proprio oggetto di cura, è necessario lasciare esprimere i nostri bisogni più profondi, guardarci dentro, e permettere a quelle parti più deboli di essere rafforzate dalle vibrazioni dei cristalli. Proprio per questo è giusto ricordare che potrà essere che in momenti differenti delle nostra vita, risuonino di più alcune pietre rispetto ad altre o, addirittura, che in certi momenti sarà meglio non indossare alcune pietre.

Ad esempio, se sto attraversando un periodo di forte emotività e apertura, indossare una pietra che rafforza il mio chakra del cuore e l’espressione dei sentimenti potrebbe creare uno squilibrio verso un’eccessiva emotività. Al contrario potrò decidere come andare ad utilizzare questa emotività: esprimendola correttamente con l’aiuto di pietre che stimolano la comunicazione, incanalandola verso attività spirituali, oppure lasciando che questa emozioni mi aiutino a far pace con le mie radici, e così via… starà a noi sintonizzarci con le energie del qui ed ora e comprendere cosa realmente possa esserci d’aiuto.

Allo stesso modo tenderemo a non utilizzare sempre lo stesso mantra, ma lasciare che le esigenze della vita, e del momento specifico, ci indirizzino verso quello più indicato allo scopo che desideriamo raggiungere. 

Come iniziare: crea il tuo rituale!

Prenditi qualche giorno per ascoltarti durante la quotidianità: osserva le emozioni che prevalgono, i pensieri che ricorrono, le difficoltà che ti mettono particolarmente in crisi.

Una volta che sarai riuscito ad osservarti sinceramente, senza giudizio, verrà semplice comprendere quale aspetto ha più bisogno del tuo aiuto in questo momento.

Lasciati guidare dall’istinto, oppure chiedi quale sia la pietra più indicata per il lavoro che desideri fare, ed acquista il tuo personale Japamala. Ricordati di pulirlo e purificarlo prima di indossarlo, ripetendo la pulizia ogni tanto, e a questo punto sei pronto per iniziare il tuo rituale meditativo!

Come?

  1. Mi creo uno spazio accogliente, il più comodo possibile. Mi aiuto con tutto ciò che più amo, come cuscini, coperta, tisana, profumi. Rifletto su cosa amo avere intorno e me lo concedo.
  2. Riconosco il mio valore, accetto finalmente l’idea di essere importante e mi concedo del sano egoismo. Mi ricordo che se non sono in grado di voler bene a me stesso, non potrò mai voler bene del tutto agli altri.
  3. Sapendomi veramente importante, mi concedo ogni giorno almeno 5 minuti che siano esclusivamente per me. Se mi facilita scelgo lo stesso orario, oppure metto un promemoria, sapendo che entro fine giornata dovrò compiere la mia coccola.
  4. Smetto di ascoltare le scuse, i sensi di colpa, l’idea che gli altri debbano venire sempre prima di me
  5. Provo a segnarmi tutte le cose positive che sento e che si verificano intorno a me da quando inizi il mio rituale. Mi servirà rileggerle quando la motivazione verrà a meno.
  6. Smetto di essere severo con me stesso, non mi giudico e non pretendo troppo. La routine verrà da sé poco per volta, anche se sgarri non succede nulla di male e accetto il tempo che ci vuole. All’inizio la meditazione potrà durare anche solo un istante, per poi dilatarsi nel tempo senza alcuna fretta.
  7. Rifletto su quale sia lo scopo del mio rituale, focalizzandomi su qualcosa che sia veramente speciale. Senza la giusta motivazione nulla ha senso d’esistere!

 

Silvia Lorenzini – detta Sisa. Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, insegnante yoga e incurabile appassionata di tutto ciò che mi fa vibrare il corazón!
Vuoi chiedermi qualcosa, collaborare con me o acquistare le mie creazioni? Ecco come metterti in contatto con me:

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Il magico mondo delle pietre

Le pietre nascondono in sé proprietà di cui la scienza canonica solitamente non ci parla. Non è una scoperta nuova, infatti già gli antichi utilizzavano le pietre come potenti amuleti di guarigione o protezione.

Come ogni abitante di questo pianeta, anche le pietre vibrano di energia propria. La classificazione delle pietre secondo le loro proprietà sottili si determina in relazione al soggetto che le utilizza, in quanto ogni cristallo si “sintonizza” con il campo energetico che incontra e produce effetti differenti per ognuno di noi. Nonostante questo, grazie ad esperimenti su grandi gruppi di persone che utilizzavano contemporaneamente e per lo stesso periodo di tempo la medesima pietra, per poi riportare e confrontarsi rispetto ad ogni esperienza e sensazione ricevuta, si è potuto notare che, benché l’effetto vari da persona a persona, ci sono certe reazioni che coinvolgono la maggior parte di coloro che ci entrano in contatto.

La cristalloterapia si basa proprio su questo principio: il campo energetico emanato dal cristallo interagisce con quello della persona che lo indossa, andando ad influenzare i diversi piani dell’esistenza: fisico, mentale, spirituale ed emotivo. I cristalli e le pietre vibrano naturalmente e divengono uno strumento in grado di modificare le energie sottili del soggetto che le indossa, amplificandole, calmandole o donando loro nuove vibrazioni. 

Come iniziare il percorso con le pietre

Per iniziare il nostro processo di autoguarigione in compagnia dei cristalli vi consiglio alcuni semplici passi:

  • Innanzitutto trovate un negozio vicino a voi che sia affidabile. Andateci un giorno in cui non avete fretta e potete donarvi il tempo necessario per osservare e toccare le pietre, lasciando che sia il vostro istinto a guidarvi nella scelta! Le pietre entrano in sintonia col nostro campo energetico e spesso veniamo attratti proprio da quelle che ci completano o che compensano le nostre carenze energetiche. Vi stupirete nel vedere come in diverse fasi della vita ci attraggono pietre che in altri momenti mai avremmo acquistato.
  • Trattate le pietre con rispetto: sono vostri alleati, non meri strumenti. Prima di utilizzarle purificatele. Per farlo esistono diversi metodi che variano anche in base alla composizione del cristallo. Quelli più veloci e adatti per tutte le pietre sono passarle sopra il fumo del palo santo o della salvia bianca, oppure immergerle nella vibrazione di una campana tibetana. Ripetete questa purificazione almeno una volta alla settimana, oppure prima di utilizzarle, per ridonare loro la vibrazione naturale e ricaricarne l’energia.
  • Non abbiate fretta, né di utilizzarle, né di vedere i risultati. Prima di lavorarci dobbiamo entrare in sintonia col nostro cristallo. Sediamoci comodi, liberiamo la mente e abbandoniamoci alla compagnia del cristallo, percependo ed annotando tutto ciò che ci trasmette. Sarà lui stesso, giorno dopo giorno, ad indicarci come, dove e su quale aspetto può lavorare al meglio insieme a noi. 
  • Prendetevi tutto il tempo per lasciare che la relazione col cristallo dia i suoi risultati. Passeranno i giorni, le settimane, i mesi e quando avrete completato il lavoro con lui lo saprete (sarà un lavoro d’istinto, non di razionalità!) e potrete dedicarvi al prossimo!

Per ottenere gli effetti benefici di un cristallo possiamo semplicemente indossarlo, come ciondolo o braccialetto, oppure tenerlo con noi in tasca (in un sacchettino di fibre naturali per non alterarne le capacità vibratorie) o tra gli indumenti. 

Con l’aiuto di una persona esperta, invece, possiamo provare l’esperienza di una seduta di terapia, durante la quale i differenti cristalli combinati tra loro collaborano al riequilibrio dell’energia dei principali chakra, indagando eventuali blocchi, sovraccarichi o punti deboli. Durante una seduta possiamo ritrovare un equilibrio profondo e completo, armonizzando tutti i chakra, e lasciando che un supporto esperto ci guidi oltre i nostri blocchi per immergerci un poco più nel profondo di noi stessi. 

Come tutte le terapie vibrazionali, anche la cristalloterapia non si propone di curare una malattia, bensì si dona come uno strumento volto alla prevenzione di squilibri, al sostegno dei processi di guarigione e di recupero. Come ben sappiamo, i processi di guarigione sono sempre complessi, difficili e spesso dolorosi. Ognuno di noi è un mondo a parte, ed è per questo che tenerci aperti alla scoperta di nuovi strumenti può solo aiutarci, donandoci nuovi spunti e punti di vista.

 

Silvia Lorenzini – detta Sisa. Laureata in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica, insegnante yoga e incurabile appassionata di tutto ciò che mi fa vibrare il corazón!
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